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Genova Psa e Sech chiedono accessi ai varchi regolati per i camion e lavoro portuale più efficiente

Genova – A un anno esatto di distanza dall’avvenuta fusione fra i due maggiori terminal container del porto di Genova, Sech e Psa Genova Prà hanno presentato il primo report di sostenibilità e con l’occasione è stato fatto il punto sulle criticità tuttora esistenti sotto la Lanterna. “Stiamo trasformando il parco mezzi di piazzale da […]

di Nicola Capuzzo
22 Luglio 2021
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Genova – A un anno esatto di distanza dall’avvenuta fusione fra i due maggiori terminal container del porto di Genova, Sech e Psa Genova Prà hanno presentato il primo report di sostenibilità e con l’occasione è stato fatto il punto sulle criticità tuttora esistenti sotto la Lanterna. “Stiamo trasformando il parco mezzi di piazzale da alimentazione diesel e elettrici, come Mto siamo entrati nel business ferroviario e stiamo cercando di armonizzare la fusione fra le due società” ha affermato Roberto Ferrari, managing director di Psa Genoa Investments (la holding belga che controlla Psa Ge Prà e Psa Sech). Gilberto Danesi, presidente di Psa Italia, ha precisato che stanno “cominciando a provare delle ralle elettriche in piazzale. Dovremo cambiare 60 macchine e ognuna costa 300mila euro”. In totale solo per questo piano si parla dunque di circa 18 milioni di euro nel medio-lungo termine.

A proposito di sostenibilità Giulio Schenone, amministratore delegato di Gruppo Investimenti Portuali (azionista di Psa Genoa Investments), ha aggiunto: “La strategia di cambiare modalità per il trasporto dei container dalla gomma al ferro è indispensabile. Dobbiamo trovare il modo per fare affluire e defluire i carichi dai terminal via treno perché con l’autotrasporto più di così non si può fare”. Circa l’imminente acquisizione del 49% dell’impresa ferroviaria FuoriMuro da parte di Psa, Schenone ha preferito non commentare la notizia dal momento che l’affare ancora non è chiuso, limitandosi a confermare che “l’obiettivo di crescere nella ferrovia in futuro verrà perseguito con sempre maggiore convinzione”.

Al centro dei discorsi non poteva mancare il crescente congestionamento del traffico stradale e il rischio di una paralisi del porto di Genova (del bacino di Sampierdarena in particolare) per le chiusure del traffico autostradale e ferroviario programmate ad agosto. Danesi un indirizzo chiaro su ciò che serve per evitare lunghe code ai varchi portuali da parte degli autotrasportatori lo ha indicato: “I camion non possono arrivare al porto tutti insieme, bisogna stabilire quanti e quali mezzi possano accedere ai terminal. Per fare questo serve implementare un sistema informatico ad hoc perché non è possibile andare avanti con un accesso non regolamentato dei mezzi stradali al porto”. Ad oggi E-port già esiste ma evidentemente le sue funzionalità non comprendono ancora il coordinamento del traffico di camion che affluisce al porto per scaricare i container. Schenone ha ricordato che “nel ’97 al porto di Sydney avevo già visto un sistema simile e tornando a Genova avevo proposto di adottarne uno simile. Sono passati più di 20 anni…” e ancora il primo scalo d’Italia per traffico container in import/export non ha questo sistema a disposizione per ‘chiamare’ solo i mezzi prenotati per accedere ai terminal. Ferrari ha infine aggiunto che a Prà esiste un gate semiautomatizzato mentre al Sech dal prossimo mese di ottobre il varco sarà totalmente automatizzato: “Questo upgrade avrà successo su tutti parteciperanno insieme al progetto”.

Per ciò che riguarda le chiusure dei collegamenti autostradali e ferroviari ad agosto, invece, sempre Danesi ha rivelato che “sta partendo ora un’interlocuzione con l’Autorità di sistema portuale” per limitare al massimo disagi, limitazioni e criticità.

Il top management di Psa ha infine rivolto un pensiero alla condizione del lavoro portuale in banchina a Genova rispondendo a una domanda sul piano di risanamento della Culmv: “Stiamo negoziando il nuovo contratto con la Compagnia Unica, ci serve un articolo 17 efficiente e che dia valore aggiunto al porto. È fondamentale anche per noi che il percorso di ristrutturazione avviato vada avanti, il 60% della nostra forza lavoro a Prà e il 40% al Sech è rappresentato dai portuali della Culmv” ha dichiarato Ferrari. Danesi ha aggiunto: “Ci aspettiamo dalla Compagnia Unica un grande salto di qualità in termini di sicurezza e di performance”.

Nicola Capuzzo 

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