E’ mancata Cecilia Eckelmann Battistello, lo shipping piange ‘The Lady’ arrivata ai vertici del terminalismo portuale
Acquisì ancora maggiore celebrità internazionale quando ottenne la prima pagina del Time in occasione dell’ingresso nel porto di Felixstowe della nave portacontainer Contship Germany interamente dipinta di rosa per sua scelta
Genova – Nelle scorse ore si è spenta, dopo un periodo di malattia, Cecilia Eckelmann Battistello, presidente di Contship Italia e moglie di Thomas Eckelmann, numero uno del gruppo tedesco terminalistico Eurokai. Una delle sue ultime apparizioni pubbliche era avvenuta alla fiera Transport Logistic di Monaco la scorsa primavera e nell’occasione si era resa disponibile a rilasciare un’intervista esclusiva a SHIPPING ITALY dove pose l’accento sulla necessità di volumi sempre più elevati per sostenere gli investimenti richiesti in banchina (il riferimento era al La Spezia Container Terminal) e sui progetti futuri del gruppo nel porto egiziano di Damietta.
In una nota “Contship Italia, il Consiglio di Amministrazione e tutti i dipendenti del gruppo esprimono le più sentite condoglianze alla famiglia per questa enorme perdita. Con Lei esce di scena un’Imprenditrice visionaria, appassionata che ha guidato con coraggio e lungimiranza la crescita internazionale del Gruppo Contship, influenzando il settore dello shipping a livello globale. Lascia un grande vuoto, colmato dal ricordo della sua leadership e della dedizione verso l’azienda e le sue persone. Cecilia rappresenta la nostra storia e tradizione, e la sua eredità ci guiderà nel perseguire l’eccellenza nel nostro lavoro”.
Prima di 8 fratelli, Cecilia Battistello nacque a Povolaro, in provincia di Vicenza, dove il padre aveva un’officina meccanica, e dopo il diploma nel 1971 si trasferì da alcuni parenti a Milano per lavorare nella loro piccola azienda di forniture di mobili per ufficio. La sua vita cambiò quando entrò in un’agenzia marittima in piazzetta Santo Stefano per consegnare una brochure della società di famiglia. Le chiesero se le interessasse lavorare nei trasporti via mare, lei accettò e da lì a poco mosse i primi passi in Contship, società nata nel 1969 nel Canton Ticino per opera di Angelo Ravano, imprenditore e armatore che divenne il suo mentore.
Poco più che ventenne entrò dunque in Contship nel 1973 quando l’ufficio più attivo era quello di Fos-sur-Mer, vicino a Marsiglia, dove i container provenienti dalla Fiat di Torino venivano imbarcati. A lei, in Provenza, venne affidato il compito di non far navigare le navi vuote al ritorno. “Non sapevo niente di navi né di container, ma fin dal primo momento del mio ingresso in Contship mi sono innamorata di quanto succedeva” raccontò nel 2019 in un’intervista pubblica al Galata Museo del Mare di Genova. “Mi sono subito resa conto di aver trovato l’avventura che volevo vivere nella mia vita. Ogni giorno era diverso e ogni giorno c’era qualche sorpresa. E tutto questo mi elettrizzava” aggiunse.
Da Marsiglia, Battistello si spostò a Cadenazzo in Svizzera, a Rotterdam e poi a Beirut, per seguire le nuove rotte aperte da Contship, le cui navi scalano il Libano e – quando scoppia la guerra – a Tartous in Siria. Nel 1976, quando riaprì il Canale di Suez e Contship sbarcò per prima come compagnia a Damman, lavorò anche in Arabia Saudita. Successivamente inaugurò la prima linea di portacontainer dall’Europa all’India e al Pakistan. Nel 1977 volò a Bombay-Mumbai per firmare il primo contratto di agenzia a Karachi (Pakistan) segnando l’arrivo dei primi container in India. Fu poi la volta dell’Inghilterra, dove Ravano trasferì il quartier generale del gruppo.
L’ascesa professionale di Cecilia Battistello risultò rapida: dal 1990 al 1994 fu la prima donna a presiedere la più antica conference marittima, quella tra Inghilterra, India, Pakistan e Bangladesh; nel 1992 finì sulla pagine del Time in concomitanza con l’ingresso nel porto di Felixstowe della Contship Germany, una nave portacontainer interamente dipinta di rosa perchè così aveva voluto. Al vertice della holding Contship Italia, cui faranno capo le partecipazioni nei terminal di La Spezia, Livorno, Savona-Vado, Salerno, Ravenna, Cagliari, Gioia Tauro (gli assetti cambiarono poi negli ani successivi) divenne presidente dell’associazione europea dei terminalisti Feport dal 2005 al 2010; nel 2014 ricevette il Premio Bellisario “Donne ad alta quota”.
Di seguito riportiamo alcuni passaggi della sua intervista del 2019 al Galata Museo del Mare di Genova nell’ambito della rassegna ‘Incontri in Blu. Uomini, donne e storie di mare’.
Potendo tornare indietro rifarebbe tutto quello che ha fatto nella sua carriera? “Assolutamente sì! E molto scelte non sono state semplici da prendere” rispose.
E nell’occasione si commosse ricordando di aver scritto sotto dettatura il testamento insieme a suo padre un sabato pomeriggio, ripensando al vissuto insieme ad Angelo Ravano e a quando, in India (il paese a cui è più legata), ebbe l’occasione di conoscere personalmente Madre Teresa di Calcutta.
“Ricordo che quando ebbi occasione di farle visita presi in braccio una piccola bambina orfana che sembrava inconsolabile e fra le mie braccia smise di piangere. Avrei dovuto adottarla quella bambina ma non potevo. A meno che non decidessi di cambiare vita” aveva detto.
Nell’occasione raccontò di molte notti insonni, passate a camminare avanti e indietro nella cucina della casa in cui ha vissuto durante i 20 anni trascorsi in Inghilterra in attesa di capire quale fosse la cosa migliore da fare. Certe notti le riempiva preparando piatti da portare ai propri colleghi il giorno successivo per conoscere poi il loro giudizio. Cucina e giardinaggio erano due delle sue passioni più importanti. Insieme alla musica e alla pittura.
“Nella vita ci vuole colore” disse ricordando la nave Contship Germany che fu completamente dipinta di rosa per suo volere e che le era valsa la copertina del Time. “Non c’era un motivo particolare per questa scelta, mi ero ispirata a un tailleur che mi piaceva ma niente di più. Ricordo che ebbi difficoltà a rispondere alle domande dei giornalisti che mi chiedevano quali fossero le ragioni di una scelta tanto coraggiosa e originale. Non fu una decisione semplice anche quella da prendere, se non altro perché qualcuno fra i miei collaboratori mi fece presente che avrebbe anche potuto mettere in discussione la mia credibilità. Una cosa è certa: quella nave per Contship si trasformò in un enorme ritorno d’immagine, fu un’enorme pubblicità e per di più gratis per la compagnia”. Nei mesi successivi gli arrivò anche la proposta di fare una nave di colore grigio con dei fiorellini disegnati.
Disse di avere una spiccata spiritualità, ogni tanto si abbracciava da sola e piangeva per consolarsi o per darsi forza. Si disse convinta che “ci sia qualcuno più grande di noi che ci segue e ci aiuta”. Non ha avuto figli ma per oltre due decenni ha avuto al suo fianco Thomas Eckelmann, suo marito e presidente di Eurokai, che negli anni ’90 ha rilevato Contship Italia, e che fino ad oggi l’ha fatta sentire protetta. “È stato di grande supporto per me quando Ravano è morto e quando Contship è stata ceduta al suo gruppo. All’inizio della collaborazione fra i due gruppi sul terminal di La Spezia ci battibeccavamo spesso ma poi, nel corso, degli anni è nata una simpatia” ricordò nell’intervista.
Anche con Angelo Ravano, che pure considerava uno dei suoi padri, il rapporto non fu sempre stato rose e fiori: “Io cercavo di fare del mio meglio per ripagare la fiducia che era stata riposta in me dall’azionista. Pensavo però di saperne più io di lui, perché lui conosceva la teoria ma io ero ogni giorno operativa sul campo. Ci andavo io a parlare con gli spedizionieri e i trasportatori”.
Un ampio capitolo della sua intervista pubblica Cecilia Battistello l’aveva dedicata al ruolo della donna e alla femminilità cui non bisogna rinunciare per nessun motivo. “Quando ero amministratore delegato non ho mai voluto che le donne in ufficio portassero i pantaloni. Nei momenti importanti della mia vita ho indossato e indosso ancora alcuni vestiti in particolare. Ce ne sono altri, magari anche molto preziosi, che se non hanno portato fortuna non li ho mai più messi” rivelò.
A proposito del rispetto per la donna nella società moderna, la numero uno di Contship ha raccontato qualche aneddoto poco noto anche a molti dei suoi collaboratori: “Una sera mi ritrovai nel letto (vestita) con il comandante di una nave del Loyd Triestino ma lo rifiutai trovando la maniera giusta per congedarlo e accompagnarlo alla porta senza compromettere il rapporto commerciale che c’era fra le due aziende visto che quel cliente era importante per Contship. Un’altra volta un collega provò a posarmi una mano sulla coscia. Mi alzai, lo guardai negli occhi e gli dissi: non permetterti più o sei morto”. La Battistello era sempre stata convinta che le quote rosa non servano: “Se io non sono disponibile l’uomo lo capisce. Non ho mai subito molestie. Se vogliamo noi donne ci sappiamo difendere”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY