Nuovi rischi e sfide mettono ansia agli assicuratori marittimi: l’analisi di Allianz
L’ultimo Safety and Shipping Review sottolinea il perdurare del trend positivo sulle perdite totali, ma è preoccupata dalle nuove criticità derivanti da guerre (militari e commerciali) e transizione ecologica
Secondo la Safety and Shipping Review di Allianz Commercial, il panorama geopolitico in rapida evoluzione sta creando nuovi rischi e sfide per il trasporto marittimo già alle prese con la transizione energetica e l’eredità della pandemia di Covid-19.
“Il settore si trova ad affrontare un contesto operativo sempre più volatile e complesso, caratterizzato da attacchi al trasporto marittimo, fermi navali, sanzioni, nonché dalle conseguenze di incidenti che comportano danni a cavi sottomarini critici. Inoltre, l’effetto domino del crescente protezionismo e dei dazi minaccia di rimodellare le catene di approvvigionamento e sconvolgere le relazioni commerciali consolidate in aggiunta ai rischi tradizionali come incendi, collisioni e incagli, che sono ancora le principali cause di perdita totale di grandi navi, per quanto i casi siano in diminuzione (raggiunto il minimo storico di 27 alla fine del 2024)” si legge in una nota del gruppo assicurativo.
“L’importanza del rischio politico e dei conflitti come potenziale causa di perdite marittime sta aumentando con l’aumento delle tensioni geopolitiche. Le perdite totali dovute a cause tradizionali si sono ridotte nel tempo, ma potremmo trovarci in una posizione in cui questo trend positivo è potenzialmente compensato dalla guerra e da altre esposizioni legate alla politica. Come settore, siamo in una posizione migliore per quanto riguarda i rischi tradizionali, ma c’è una rinnovata attenzione ai rischi geopolitici” afferma Rahul Khanna, Global head of marine risk consulting di Allianz Commercial.
Il conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina e la crescente flotta ombra portano incertezza e sfide. La Cina è stata il principale bersaglio delle misure protezionistiche dell’amministrazione statunitense, con dazi che hanno raggiunto il 145%, prima che entrambi i paesi concordassero di ridurli per 90 giorni. Gli sviluppi hanno avuto un impatto significativo sul commercio marittimo globale, con circa il 18% di esso soggetto a dazi a metà aprile 2025, rispetto al 4% di inizio marzo, e un drastico calo delle spedizioni registrato subito dopo gli annunci del “Giorno della Liberazione”. Mentre il futuro delle politiche commerciali statunitensi rimane incerto, un altro fenomeno sta ponendo una sfida crescente per il settore marittimo e assicurativo: la flotta ombra.
Dall’inizio della guerra in Ucraina, le dimensioni della flotta ombra sono aumentate significativamente. Oggi, si ritiene che circa il 17% della flotta mondiale di petroliere appartenga alla flotta ombra: le stime indicano che ci sono quasi 600 petroliere che commerciano solo petrolio russo. Le navi della flotta ombra sono state coinvolte in decine di incidenti in tutto il mondo, tra cui incendi, collisioni e fuoriuscite di petrolio. “La flotta ombra continua a rappresentare un grave rischio per la sicurezza marittima e l’ambiente, poiché molte di esse sono probabilmente navi più vecchie, mal manutenute e non adeguatamente assicurate. In caso di fuoriuscita di petrolio che coinvolga una petroliera della flotta ombra, i costi di bonifica potrebbero arrivare fino a 1,6 miliardi di dollari, con ogni probabilità a carico dei contribuenti” afferma Justus Heinrich, Global Product Leader, Marine Hull, Allianz Commercial.
Gli incendi sulle grandi navi continuano a rappresentare una preoccupazione importante per gli assicuratori. Nel 2024 sono state segnalate sette perdite totali su tutti i tipi di nave, lo stesso numero dell’anno precedente. Il numero complessivo di incidenti è aumentato su base annua, raggiungendo il massimo decennale di 250, sempre su tutti i tipi di nave. Circa il 30% di questi incendi si è verificato su navi portacontainer, cargo o roll-on roll-off (ro-ro) (69). Nell’ultimo decennio, oltre 100 navi sono andate perdute a causa di incendi. Sono in corso sforzi per mitigare questi rischi, con modifiche normative e progressi tecnologici volti a contrastare la dichiarazione errata del carico, una delle principali cause di tali incendi. Questo è fondamentale poiché l’elettrificazione dell’economia globale pone ulteriori sfide, dato il crescente numero di batterie agli ioni di litio e di sistemi di accumulo di energia a batteria trasportati.
“Non c’è dubbio che il settore marittimo stia diventando più resiliente ai rischi associati alle grandi navi, sebbene non si possa affatto affermare che siano sotto controllo. Tuttavia, solo 27 perdite totali nel 2024 sottolineano la tendenza positiva. Per contestualizzare: la flotta globale conta oltre 100.000 navi (oltre 100 GT). Tuttavia, persistono incertezza e molteplici rischi. Gli attacchi informatici e le interferenze GPS sono in aumento. I cessate il fuoco hanno alimentato le speranze, ma la minaccia alla sicurezza nel Mar Rosso e l’interruzione della catena di approvvigionamento probabilmente permarranno. Nel frattempo, la transizione ecologica richiede molto lavoro. I prossimi anni saranno decisivi e determineranno il percorso del settore e del commercio globale” chiude Khanna.
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