“Ccnl porti, no all’anarchia normativa e agli attacchi contro i lavoratori”
Filt Cgil denuncia la disapplicazione del contratto nazionale nell’Adsp di Napoli e le sanzioni illegittime a Genova
“Ai lavoratori delle Autorità di sistema portuale si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro dei porti, rinnovato nell’ottobre 2024, riconosciuto dalla legge 84/94 e confermato nella sua natura privatistica dalle più recenti pronunce della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale”.
Ad affermarlo in una nota è la Filt Cgil nazionale, denunciando che “nonostante questo quadro chiaro, emergono comportamenti gravi come a Napoli dove la governance del porto ha disapplicato il contratto integrativo, costringendo i dipendenti a tre giorni di sciopero e come a Genova dove ci risulta che sia stato adottato un provvedimento contro un lavoratore senza avviare alcun procedimento e senza rispettare pertanto le garanzie previste dal ccnl dei porti”.
“Il mancato rispetto del ccnl – prosegue la Federazione dei Trasporti della Cgil – genera una condizione di anarchia normativa e istituzionale, una deregolamentazione pericolosa che mina la certezza del diritto e la tenuta del sistema portuale. I dipendenti delle AdSP rappresentano una risorsa centrale per il funzionamento delle Autorità. A loro è richiesto di garantire alta specializzazione e rapidità nei procedimenti amministrativi e tecnici, per rispondere tempestivamente alle esigenze della comunità portuale. Proprio per questo, come ha chiarito la Corte Costituzionale, a loro si applica solo in modo selettivo il decreto legislativo 165/2001, evitando che la burocrazia ne limiti l’operatività. Il loro rapporto di lavoro è speciale ed è disciplinato dalla legge 84/94 e dal ccnl di settore”.
Secondo la Filt inoltre “è inaccettabile che il dibattito politico si concentri esclusivamente sui presidenti, arrivando a offendere i lavoratori delle AdSP. Un porto funziona solo se tutte le sue componenti collaborano: le governance definiscono gli indirizzi politici, i segretari generali li traducono in atti amministrativi e i dipendenti ne assicurano l’operatività quotidiana, producendo atti, rispondendo alla comunità portuale e assumendosi responsabilità decisive. Attaccare i lavoratori significa ignorare che senza di loro i porti non funzionerebbero. È assurdo che si chieda ai presidenti di ‘redarguire’ i dipendenti, invece di concentrarsi sulla scelta di figure competenti e conoscitrici del settore, perché la buona riuscita di un porto dipende dalla qualità della governance. Questi atteggiamenti mortificano i lavoratori e alimentano conflitti che il sistema portuale non può permettersi”.
“La forza dei porti italiani – afferma concludendo Filt Cgil – risiede nella professionalità e nell’impegno dei dipendenti. Sono strategici per lo sviluppo e la competitività del settore, rispondendo con efficienza alle richieste del mercato e garantendo sicurezza e operatività. La priorità non è l’assegnazione di poltrone, ma la costruzione di un sistema portuale che valorizzi competenze e diritti dei lavoratori”.
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