Thales rafforza la presenza navale in Italia: nuovi centri, tecnologie sonar e formazione locale
Il gruppo vuole consolidare Spezia e Taranto come poli per manutenzione e supporto, formare tecnici italiani e sviluppare nuove generazioni di sonar per navi e mezzi autonomi
La Spezia – Thales è una delle principali realtà mondiali nei sistemi di difesa, aerospazio e sicurezza. In Italia è presente da oltre trent’anni con sedi a Firenze, Roma, Milano, Torino e Chieti. Le attività coprono quattro aree: difesa, aviazione civile, digitale e sicurezza pubblica.
Nel settore navale, fornisce sonar, apparati radio e sistemi di guerra elettronica, garantendo anche il supporto logistico e la manutenzione attraverso due Navy Service Center: uno a La Spezia e uno a Taranto. Qui si concentrano oggi le principali attività dedicate alla Marina Militare e alla cantieristica nazionale.
Il gruppo Thales è una multinazionale francese presente in 68 Paesi una diffusione capillare in tutto il mondo con circa 83mila dipendenti, di cui 3.200 in Italia, dove ha consolidato un ruolo industriale rilevante ed è presente attraverso due principali realtà, Thales Italia, e poi nell’ambito della Space Alliance con la joint venture Thales Alenia Space con Leonardo.
Uno dei punti centrali della presenza Thales in Italia riguarda la manutenzione dei sistemi di bordo. Il Navy Service Center, distribuito tra Spezia e Taranto, è la struttura che assicura il supporto a sonar e apparati installati su unità navali.
“Il centro è diviso in due nuclei di tecnici che operano localmente – dice Andrea Manco, Navy Service Center Manager, a SHIPPING ITALY -, mentre un team di supporto risiede a Firenze. A Taranto, in particolare, Thales ha appena aperto un’officina dedicata alla manutenzione di apparati che fino a poco tempo fa venivano revisionati solo in Francia. Da due settimane abbiamo avviato la prima manutenzione in Italia”.
Il gruppo ha inoltre avviato un percorso di crescita interna. “Il team tecnico è in espansione perché abbiamo acquisito due contratti importanti sia per l’assistenza alle Fremm che per l’assistenza alla classe Gaeta – dice Manco -; sono due piattaforme chiave, su cui sono installati sistemi sonar Thales di ultima generazione”.
L’ampliamento delle attività va di pari passo con la formazione di nuove competenze, anche tramite accordi con vari istituti tecnici per integrare degli stagisti e poi ampliare con risorse del posto sia a La Spezia che a Taranto. L’obiettivo è creare un bacino stabile di tecnici e ingegneri in grado di seguire le manutenzioni in autonomia, per rafforzare la filiera locale, ridurre la dipendenza dall’estero e accelerare i tempi di intervento sulle unità operative.
Tra le principali linee di attività, Thales mantiene un ruolo di riferimento nel settore sonar, ambito strategico per la guerra di mine e la lotta antisommergibile. “I sonar si evolvono in due direzioni: unità più sicure in vetroresina, a bassa segnatura magnetica, e mezzi autonomi che possano operare in zone a rischio” spiega Manco. “Nei cacciamine, i sonar ad alta frequenza servono per individuare ordigni o ostacoli sul fondale. Vengono montati su scafi in materiale composito per evitare l’attivazione di mine magnetiche. Nelle fregate, invece, Thales fornisce sonar a bassa frequenza per la scoperta dei sottomarini, integrando sensori fissi nello scafo e towed array trainati che ampliano la capacità di sorveglianza subacquea”.
Le nuove generazioni di sonar, progettate per essere installate anche su mezzi senza equipaggio (USV), offrono maggiore risoluzione, ridotti consumi e sistemi di elaborazione dati più rapidi. L’integrazione tra sensori diversi consente un riconoscimento più preciso e una migliore gestione operativa in scenari complessi.
L’approccio di Thales presentato al Seafuture unisce innovazione tecnologica e valorizzazione del territorio. “Portare in Italia manutenzioni e officine che prima erano estere significa rendere più efficiente la catena di supporto, ma anche dare stabilità a una rete industriale di imprese e tecnici locali”. La combinazione di formazione, presenza tecnica e sviluppo di tecnologie avanzate fa dell’Italia un punto strategico per le attività navali del gruppo. “Quasi due aerei su tre al mondo decollano e atterrano grazie alla tecnologia Thales – spiega Manco -, ma oggi possiamo dire che anche una parte importante del nostro futuro navale si gioca qui, tra Spezia e Taranto”.
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