A Genova posato il 12° dei 103 cassoni della nuova diga
Annunciato l’avvio della produzione, a fine agosto, delle strutture di maggiori dimensioni e l’ok del Mase sull’utilizzo dei materiali di Sestri Ponente per il riempimento. Aspi chiede di restare sull’ex carbonile per il tunnel

È stato posato nei giorni scorsi il dodicesimo cassone dei 103 che costituiranno la nuova diga foranea del porto di Genova.
Lo ha comunicato una nota dell’appaltatore dei lavori di Fase A (e progettista dell’intera opera), Genova Breakwater (che ha intanto registrato le dimissioni dal Consiglio dei rappresentanti del presidente Claudio Gemme, nome espresso da Fincantieri Infrastructures).
“A fine agosto – ha aggiunto Pergenova – inizieranno le attività per la realizzazione dei cassoni più grandi, con dimensioni fino a 67 metri di lunghezza, 35 metri di larghezza e 33 metri di altezza. Per costruirli verrà impiegata la Tronds Barge 33, una chiatta semisommergibile lunga 110 metri e larga 45 metri, in grado di immergersi fino a 20 metri sotto il livello dell’acqua. Questa capacità di affondamento consente di abbassare il ponte della chiatta al di sotto della linea di galleggiamento, facilitando le operazioni di varo e movimentazione dei cassoni. Attualmente sono oltre 450 le persone coinvolte nel progetto, tra personale diretto e di terzi e con le nuove attività previste ci sarà un incremento occupazionale, legato anche al raddoppio dei turni di lavoro”.
Sullo sviluppo dei lavori – a fine settembre si chiuderà il termine per la gara per i lavori di Fase B dell’opera, che da progetto richiederanno poco meno di 40 mesi – Pergenova ha fatto sapere che “l’opera, sviluppata interamente in mare aperto, sta prendendo forma su un fondale già consolidato con oltre 2.200 tonnellate di ghiaia posate a cui si aggiungono 41.000 colonne sommerse, pari ad un totale di 478.000 metri lineari già realizzati, più della metà della lunghezza complessiva prevista dal progetto”.

Altro annuncio è poi arrivato dal subcommissario per la realizzazione della diga Carlo De Simone, che, in merito alla verifica di ottemperanza per l’utilizzo per il riempimento dei cassoni, ha annunciato all’emittente televisiva Primocanale che “il Mase ha rilasciato parere positivo”. Il provvedimento, atteso da mesi e particolarmente delicato, non risulta però al momento pubblicato sul sito ministeriale, essendo quindi impossibile verificare la presenza di eventuali condizioni o prescrizioni per l’utilizzo della quota di materiali ‘problematici’ per la presenza di amianto, nichel e cromo.
Frattanto, sul fronte dell’altra opera ‘commissariale’ del porto di Genova, il tunnel subportuale, l’Autorità di sistema portuale ha pubblicato l’istanza di Autostrade per l’Italia per la proroga a tutto l’anno della concessione dei quasi 23mila mq della banchina cosiddetta ex carbonile, da utilizzarsi quali “aree di cantiere per la realizzazione del tunnel subportuale”.
In questo caso si attende ancora il bando da parte del commissario Marco Bucci della gara per i lavori, probabilmente in ragione del continuo lievitare del costo previsto, salito da 700 milioni di euro a 1,129 miliardi. La cifra ha spiegato la sindaca di Genova Silvia Salis rispondendo a un’interrogazione consigliare le sarebbe stata fatta dai vertici di Aspi, proponendo – onde non aggravare il ribaltamento degli extracosti in tariffa previsto dagli accordi del 2021 con cui gli enti locali rinunciarono allo sconto pedaggi in cambio del tunnel e altri interventi – lo stralcio di almeno alcuni di questi ultimi. Scontato l’effetto sul cronoprogramma, che fino a poche settimane fa collocava all’ottobre 2030 la fine dei lavori di scavo dell’opera.
A.M.

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