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Noli alti, scarsa stiva e indisponibilità di container: lo sfogo di un direttore della logistica italiano

“Oggi tutto il sistema dello shipping è andato in crisi. Tralasciando la questione da un punto di vista economico, le compagnie di navigazione in questo periodo stanno facendo mancare la capacità operativa. Quindi si soffre a caricare la merce a bordo, si soffre sui transiti e per la congestione a destino. L’irregolarità del flusso delle […]

di Nicola Capuzzo
30 Ottobre 2020
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Sech terminal – gru – container

“Oggi tutto il sistema dello shipping è andato in crisi. Tralasciando la questione da un punto di vista economico, le compagnie di navigazione in questo periodo stanno facendo mancare la capacità operativa. Quindi si soffre a caricare la merce a bordo, si soffre sui transiti e per la congestione a destino. L’irregolarità del flusso delle merci produce anche degli scompensi sulla catena logistica. I terminal a destino vanno spesso in crisi. È una cosa drammatica”.

Queste sono le parole con cui un direttore della logistica italiano di un grande gruppo industriale ha raccontato a SUPPLY CHAIN ITALY cosa significa per il suo gruppo la scarsa capacità di stiva sulle navi e l’indisponibilità di container da parte dei global carrier.

“Per noi si traduce in vendite perse, in opportunità di business mancate” ha aggiunto. “La merce non riesce a partire, non abbiamo la capacità d’imbarco, c’è irregolarità perché continuano a fare blank sailing ed è notizia di ieri che un primario vettore marittimo europeo non vuole caricare merce con destinazione il Regno Unito perché stanno soffrendo ritardi sui terminal portuali. Se le compagnie iniziano a saltare la Gran Bretagna, quello è un mercato che viene totalmente dimenticato. Il mondo è letteralmente impazzito; una tempesta perfetta”.

Lo sfogo prosegue così: “Parlo di Asia – Europa, dove le tariffe sono raddoppiate, ma se guardo al trade Asia – Stati Uniti i noli sono triplicati. Sull’Europa anche quando trovi lo spazio nave non trovi i container, quindi le compagnie prima hanno tenuto bassa la capacità e adesso c’è shortage di equipment all’origine e magari ce n’è un eccesso in paesi come Uk e altri paesi di destino. Non sembra esserci in campo nessuna azione significativa per ribilanciare la capacità di stiva e questo per noi è devastante”.

Criticità che si riflettono anche sulle consegne ai consumatori finali e quindi sui risultati finanziari del gruppo: “Fra settembre e ottobre è facile che abbiamo perso 200 container di produzione; è un numero che colpisce i risultati e la nostra capacità di essere affidabili verso i clienti”.

Leggi l’articolo completo su SUPPLY CHAIN ITALY

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