Tensione a Cagliari sull’istanza terminalistica di Nuova Icom
Uiltrasporti contesta l’avvio della pratica da parte dell’Adsp, temendo possa inficiare l’espansione di Mito sull’ex Cict. Ma Deiana tira dritto

È stato movimentato l’ultimo Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale del Mar di Sardegna, che in agenda aveva la trattazione della pratica istruita dall’ente in risposta a un’istanza di concessione presentata da Nuova Icam a Cagliari.
La società di carpenteria industriale, insediatasi da qualche tempo nelle aree retroportuali del porto canale, ha cementato i propri rapporti di fornitura con Saipem e, in vista di una lunga serie di commesse, ha deciso di consolidare l’impiego dei moli cagliaritani – oggi disciplinato caso per caso, stante la destinazione esclusivamente containeristica dei 1.600 metri di banchina dell’ex Cict, e con affidamento a terzi – presentando qualche mese fa domanda di autorizzazione ad operare come impresa portuale ex art. 16 e poi istanza di concessione ex art.18 per 250 metri di banchina e 9 anni di durata.
“Abbiamo risposto – ha spiegato il presidente dell’Adsp Massimo Deiana, in scadenza a luglio – che processeremo l’istanza solo dopo che il Consiglio superiore dei lavori pubblici si sarà espresso sull’Atf (adeguamento tecnico funzionale) appena presentatogli”. Un approccio che però non è piaciuto a Uiltrasporti, unico soggetto ad esprimersi negativamente in seno all’Organismo di partenariato espressosi sulla materia.
“Ci sembra un colpo di coda non opportuno, poiché le banchine sarebbero destinate ad attività non portuali che possono essere esercitate in altre aree, senza alcuna connotazione di interesse pubblico. Tutto ciò rappresenta un rischio inaccettabile per il futuro del porto, tanto più se consideriamo che gli attuali spazi dati in concessione per il traffico container sono ormai saturi e ci sono incoraggianti segnali di ulteriore incremento” si legge in una nota del sindacato.
Il riferimento, esplicitato dal segretario regionale Giovanni Maria Cuccu, è all’espansione dell’attività prospettata dalla Mito del gruppo Grendi, che ha già chiesto all’Adsp di allungare a 20 anni ed estendere da 620 a 750 metri la banchina ex Cict in concessione. Non è peraltro l’unico rilievo di Uilt, che ha segnalato anche come Nuova Icom “è già venuta meno agli obblighi che le hanno consentito di ottenere l’art 16 non più di un mese fa, riducendo l’organico e trasferendo ad altre aziende il personale indicato nell’organico dell’art. 16”.
“Con 1.600 metri di banchina, affidata solo per 750 – a Mito abbiamo già riconosciuto l’anticipata occupazione in attesa di concludere l’istruttoria sulla concessione – non faremmo il nostro mestiere se non ci attivassimo per sfruttare adeguatamente la parte che oggi utilizziamo solo saltuariamente e con provvedimenti ad hoc. L’Atf, quindi, lo avvieremmo comunque. Sia perché non esiste all’orizzonte la prospettiva di un’istanza unitaria per il compendio volta a riutilizzarlo tutto per il transhipment come faceva Cict. Sia perché quando anche ciò avvenisse, la legge mi consentirebbe, anzi mi obbligherebbe comunque, qualora ciò fosse di interesse pubblico maggiore, ad accogliere una simile domanda” ha replicato Deiana.
Che ha fornito precisazioni pure sul fronte lavoristico: “Malgrado non fosse condizione necessaria, Nuova Icom, quando ha chiesto l’autorizzazione ex 16, ha acconsentito alla richiesta sindacale di applicare il Ccnl porti in luogo di quello metalmeccanici al personale impiegato in operazioni portuali. Dopodiché tale società è inattiva e lo resterà sino a quando non ci sarà l’eventuale assentimento della concessione. Solo allora si potrà verificare il rispetto degli impegni occupazionali”.
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