Niente Via per il prolungamento della banchina Taliercio di Marina di Carrara
L’intervento porterà il molo a una lunghezza di 515 metri complessivi, aggiungendo allo scalo circa 6mila mq di piazzali

In attesa della conclusione dell’iter del nuovo Piano regolatore portuale, l’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure orientale ha ottenuto il via libera a una delle principali modifiche (a Prp vigente, previo adeguamento tecnico funzionale già ottenuto) previste per l’assetto del porto di Marina di Carrara.
Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, infatti, ha accolto le integrazioni presentate dall’ente dopo la richiesta opposta dal dicastero alcuni mesi fa e ha decretato “l’esclusione” dal procedimento di Valutazione di impatto ambientale per il progetto di prolungamento della banchina Taliercio .
Come si legge nel decreto stesso “l’intervento è volto a raggiungere un nuovo assetto delle banchine interne al molo di sopraflutto, che si rende necessario al fine di garantire sufficiente fronte di accosto e adeguati spazi di retropiazzale atti a migliorare le condizioni di sicurezza essenziali allo svolgimento delle varie attività portuali attualmente in essere connesse alla contemporanea presenza di navi di nuova generazione alle stesse banchine”.
L’allungamento garantirà, oltre ad un fronte di banchina continuo e più esteso avente una lunghezza complessiva di 515 m (rispetto ai 435 attuali), maggiori aree di piazzale retrostante a disposizione per le varie attività portuali attualmente in essere svolte sulla stessa banchina (oltre 6mila mq in più).
Da capire (l’ente al momento non ha risposto alla richiesta di chiarimenti) la tempistica: il cronoprogramma prevede 10 mesi di lavori, sicché difficilmente l’opera potrebbe essere terminata per la stagione crocieristica (il prolungamento dovrebbe consentire anche l’approdo di navi passeggeri di maggiori dimensioni di quelle che oggi scalano Marina di Carrara) ed anzi la sua realizzazione potrebbe creare problemi all’operatività dello scalo.
L’esclusione è stata decretata dal Mase a valle delle integrazioni chieste da Arpat e Regione, in particolare sui materiali di cava, ed è comunque stata assoggettata al rispetto di alcune condizioni su vibrazioni e rumore, mitigazioni e monitoraggio.
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