Fincantieri mette gli occhi sui droni sottomarini di Saipem
Secondo Bloomberg l’operazione sarebbe caldeggiata dal Governo nell’ambito della fusione con Subsea 7 per mantenere in Italia un settore strategico

La fusione fra Saipem e la norvegese Subsea 7 è arrivata alle tappe decisive dei placet antitrust e delle decisioni sugli asset ritenuti strategici ed è anche per questo che Fincantieri sarebbe entrata in campo. Secondo quanto riferito da Bloomberg, infatti, il Governo di Giorgia Meloni si sarebbe interessato al dossier per garantire che certi asset considerati strategici, soprattutto sul fronte della sicurezza, rimangano all’interno del paese.
In gioco, in particolare, ci sarebbero le attività della divisione Robotics & Industrialized Solutions di Saipem che includono anche i veicoli cosiddetti “unmanned”, i droni subacquei controllati da remoto. Saipem sta provando a risolvere il nodo del controllo ora, per evitare che l’Italia imponga in seguito limitazioni legate a questioni di sicurezza.
I rappresentanti di Saipem, Fincantieri e il governo italiano hanno rifiutato di commentare. Data la natura dual use del suo business subacqueo, uno scorporo potrebbe aiutare Saipem a superare l’esame del governo italiano sul suo piano di fusione con Subsea 7 nella seconda metà del prossimo anno. In base alla cosiddetta regola del “golden power”, il governo ha il potere legale di imporre condizioni sugli accordi che coinvolgono asset strategici italiani.
Fincantieri, controllata dallo Stato, sarebbe una scelta naturale per gli asset di Saipem, tanto più in ragione dello sviluppo in corso di una nuova divisione subacquea. La proprietà da parte del costruttore di navi militari e commerciali soddisferebbe il frequente obiettivo del governo di garantire che asset chiave per la sicurezza rimangano in mani italiane.
Saipem e Subsea 7 hanno concordato a febbraio di fondersi in un’operazione azionaria paritetica che ha valutato la società norvegese a circa 4,65 miliardi di euro, con dirigenti Saipem a prenderne il timone. La nuova società, che si chiamerà Saipem7, avrà un fatturato previsto di circa 20 miliardi di euro. Mentre la sede principale sarà a Milano, le attività offshore saranno guidate da Londra da un dirigente di Subsea 7.
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