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Economia

Russo (Confetra): “Un Ministero del mare non serve e vi spiego perché…”

Negli ultimi giorni l’appello lanciato da Umberto Masucci, presidente dei Propeller Club italiani, per chiedere al governo italiano l’istituzione di un Ministero del mare è stato condiviso e rilanciato da diverse associazioni di categoria (Assiterminal, Fedepiloti, Federazione del mare, ecc.) ma ai più attenti non è passato inosservato il silenzio sul tema ad esempio di […]

di Nicola Capuzzo
23 Gennaio 2021
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Negli ultimi giorni l’appello lanciato da Umberto Masucci, presidente dei Propeller Club italiani, per chiedere al governo italiano l’istituzione di un Ministero del mare è stato condiviso e rilanciato da diverse associazioni di categoria (Assiterminal, Fedepiloti, Federazione del mare, ecc.) ma ai più attenti non è passato inosservato il silenzio sul tema ad esempio di Confetra. La Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica, la più rappresentativa a livello nazionale per numero di aziende attive nel settore, rispetto a questa proposta “è sempre stata piuttosto fredda” spiega Ivano Russo, il direttore generale dell’associazione. Ai suoi associati e ai rappresentanti delle categoria che hanno lanciato un appello pro-Ministero del mare, il vertice di Confetra ha spiegato che in materia di logistica serve “una maggiore integrazione politico – amministrativa dei processi decisionali” e “non ulteriore frammentazione”.

Secondo Confetra un Ministero del Mare competente in materia di navigazione e portualità, indipendente da un altro dicastero che invece continuerebbe a occuparsi di strade, ferrovie, interporti, aeroporti “rappresenterebbe un grave passo indietro”. Perché risulterebbe “più complesso pianificare gli interventi di ultimo miglio portuale (sia stradali che ferroviari), sarebbe più complicato sostenere e alimentare relazioni virtuose tra porti, retroporti e interporti”. Sarebbe secondo Russo più complicato ragionare di sviluppo degli hub logistici regionali e macroregionali integrati tra porti, retroporti, interporti, aeroporti, centri di distribuzione, magazzini, reti e nodi del sistema distributivo. Anche per coerenza con il lavoro svolto quando lavorava nello staff dell’allora ministro dei trasporti, Graziano Delrio, e considerando il contributo dato per arrivare al programma Connettere l’Italia e al Piano Nazionale Strategico della Portualità e della Logistica, “reputo un errore ‘isolare’ politicamente e amministrativamente la portualità da tutto il resto delle reti, dei nodi, e delle funzioni operative logistico – distributive”.

Secondo il direttore generale della Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica un discorso a parte sarebbe quello di “pretendere due cose sacrosante: in primis il rafforzamento della direzione generale Porti e Navigazione del Mit che è in condizioni indecorose per un Paese che ha 8.400 Km di coste, 54 porti di rilevanza nazionale, che è leader europeo e secondo al mondo per volumi trasportati con le autostrade del mare, che ha problemi enormi di erosione delle coste, dragaggi e accessibilità nautica per molti dei suoi scali commerciali più importanti, che fa 11 milioni di crocieristi e passeggeri all’anno, che ha grandi problemi di continuità territoriale avendo le due più grandi isole del Mediterraneo (Sicilia e Sardegna che da sole valgono quasi 8 milioni di italiani), che ha una storica vocazione armatoriale e una storica e gloriosa bandiera”. La seconda pretesa dovrebbe essere “la nostra Puerto del Estado che venne istituita con la riforma Delrio, ed è la Conferenza Nazionale delle AdSP, presieduta dal Ministro, assistita da Ram per la parte di pianificazione strategica e armonizzazione degli investimenti, e dove partecipano il Direttore dell’Agenzia delle Dogane, il Dg del Ministero dell’Ambiente, tre delegati della Conferenza Stato Regioni solo per la parte istituzionale. Ovviamente, considerati i punti all’OdG delle singole sedute e dove ritenuto utile, il Ministro può invitare a partecipare ai lavori della Conferenza anche i vertici di Rfi, di ANnas, dell’Usmaf”. A questo consesso possono partecipano le organizzazioni di rappresentanza datoriali e sociali laddove si renda utile il confronto partenariale attorno ai temi posti in discussione.

“Per quanto mi riguarda questa dovrebbe essere la strada da seguire” sottolinea in conclusione Russo. “Tra l’altro un Ministero del mare non potrebbe che essere ‘senza portafoglio’, perché dopo la riforma Bassanini non è più possibile moltiplicare le amministrazioni centrali centri di spesa, e quindi sarebbe formalmente un dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri al pari del Ministero delle Pari Opportunità, dello Sport, dei Giovani, ecc. Sostanzialmente, ministeri di rango minore perché sostanzialmente non-ministeri”.

A proposito infine di Confetra, da lunedì partiranno gli incontri tra le parti sociali e il governo; la ministra dei trasporti Paola De Micheli si confronterà con le principali organizzazioni di rappresentanza sul ‘capitolo Infrastrutture e logistica’ del Recovery Fund nazionale, per le osservazioni su Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Sostegno al trasporto ferroviario, riduzione delle emissioni nocive generate dal trasporto merci, implementazione della portualità green, digitalizzazione della supply chain, connessioni di ultimo miglio sono le priorità che Confetra ha sempre sostenuto e che ritroviamo nel Documento” ha detto il presidente della confederazione, Guido Nicolini. “Come ripetuto molte volte sono indispensabili una serie di azioni volte anche a irrobustire il tessuto imprenditoriale dell’industry logistica nazionale. Al netto di ciò che attiene al Mit, siamo convinti che tutto il capitolo dedicato dal Piano agli strumenti di politica industriale – digital trasformation, misure per la patrimonializzazione, sostegno all’internazionalizzazione, formazione life long learning, aggregazioni e consolidamento delle imprese – sia altrettanto decisivo per consentire alle nostre aziende un serio e stabile supporto al non più rinviabile processo di crescita e sviluppo del settore”.

Nicolini ha infine concluso affermando che “tutta la strategia del Pnrr va letta in maniera integrata con l’auspicato avvio dei cantieri, l’attuazione di Italia Veloce e del Dl Semplificazioni, con l’aggiornamento dei Contratti di Programma di Rfi e Anas, con il nuovo piano industriale di Alitalia, con gli incentivi allo shift modale, irrobustiti dagli ultimi provvedimenti assunti da Governo e Parlamento per fronteggiare l’emergenza Covid”.

N.C.

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