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Il porto di Genova diventerà (quasi) Seca grazie al Genoa Blue Agreement esteso anche alle navi cargo

Presso la Capitaneria di porto di Genova è stato oggi rinnovato l’accordo volontario ‘Genoa Blue Agreement’ che, dopo la prima sottoscrizione datata 12 luglio 2019, ha come obiettivo principale quello di coinvolgere tutte le navi e i bacini portuali che scalano sia il porto di Genova sia quello di Savona. “Di fatto abbiamo introdotto negli […]

di Nicola Capuzzo
23 Aprile 2021
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Presso la Capitaneria di porto di Genova è stato oggi rinnovato l’accordo volontario ‘Genoa Blue Agreement’ che, dopo la prima sottoscrizione datata 12 luglio 2019, ha come obiettivo principale quello di coinvolgere tutte le navi e i bacini portuali che scalano sia il porto di Genova sia quello di Savona. “Di fatto abbiamo introdotto negli scali liguri la zona Seca – Sulphur emission control area. Da tempo si sente parlare del progetto di rendere tutto il Mediterraneo Seca e a Genova possiamo dire di essere già in linea con quella normativa” ha detto l’ammiraglio Nicola Carlone, direttore marittimo della Liguria e comandante del porto di Genova.

L’accordo volontario promosso dalla Capitaneria di porto di Genova è suddiviso in tre parti. La prima, riprende e aggiorna alla normativa vigente – specialmente a seguito degli interventi introdotti dal 1° gennaio 2020 – quello sottoscritto nel 2019 e coinvolge le navi passeggeri in servizio di linea, compreso il settore delle crociere e le navi che scalano con più frequenza i due porti liguri. “In tale senso la sensibilità del settore crocieristico si è dimostrata ancora una volta convinta e significativa, a riprova della sempre maggiore attenzione per le tematiche ambientali” sottolinea la Capitaneria di porto genovese.

Alla luce degli impegni sottoscritti, le navi delle Compagnie firmatarie dovranno completare il cambio del combustibile – che alimenta motori, generatori e caldaie di bordo – prima di entrare nello schema di separazione del traffico, circa tre miglia prima dell’imboccatura del porto di Genova, e a una distanza equivalente dal porto di Savona. Sarà, pertanto, utilizzato un combustibile con un contenuto massimo di zolfo non superiore allo 0,1% in massa che, per normativa corrente, sarebbe solamente previsto dopo che la nave abbia completato l’ormeggio in banchina. Lo stesso combustibile sarà impiegato sino a che le navi, una volta lasciati i porti di Genova e Savona, non raggiungeranno una distanza di 3 miglia dagli stessi. Quale misura equivalente e altrettanto efficace, è ammessa la possibilità di utilizzare i sistemi di lavaggio delle emissioni – i così detti scrubber – da parte delle navi che sono dotate di dispositivi approvati dalle amministrazioni di bandiera; dispositivi da utilizzarsi negli stessi tratti di mare, dalle 3 miglia fino all’interno dei porti.

L’adozione volontaria di questa misura consente di ridurre sensibilmente, fin quasi ad azzerare, le emissioni degli ossidi di zolfo da parte delle navi in prossimità delle aree urbane e limitrofe ai porti.

La seconda parte del nuovo accordo volontario è la più innovativa in quanto la Capitaneria di porto di Genova ha voluto estendere a tutte le tipologie di navi (portacontainer, petroliere, portarinfuse, general cargo, ecc.) e a tutti i bacini portuali di Genova e Savona le misure adottate volontariamente nel 2019 dalle navi passeggeri. “Il successo di tale iniziativa è stato possibile grazie all’impegno di numerose agenzie marittime, promosso e coordinato attraverso il prezioso supporto di Assagenti” ha spiegato la Capitaneria.  In particolare, le agenzie firmatarie si sono impegnate a proporre, secondo procedure standardizzate e prima di ogni arrivo nei porti liguri, alle compagnie di navigazione e direttamente ai comandanti delle unità: la sottoscrizione dell’accordo volontario alle Compagnie di Navigazione che rappresentano localmente; il rispetto di uno degli impegni volontari previsti nella prima parte del Genoa Blue Agreement, al fine di ridurre le emissioni di ossidi di zolfo, qualora praticabile senza che incorrano particolari problematiche (a prescindere dalla formale adesione all’Accordo da parte della propria compagnia di navigazione).

L’accordo volontario prevede inoltre che le compagnie di navigazione firmatarie si impegnano a sensibilizzare le proprie navi impartendo direttive aggiuntive sulla manutenzione e sulla gestione delle macchine tese a favorire la riduzione delle emissioni dei gas di scarico, soprattutto durante le manovre in ambito portuale. Oltre a ciò per l’Autorità marittima è previsto il mantenimento degli impegni ispettivi di controllo ponendo particolare attenzione a quelle navi che danno adito a sospetti sul mancato rispetto della normativa vigente di settore.

Il ‘Genoa Blue Agreement’ è stato sottoscritto anche da Rimorchiatori Riuniti del porto di Genova, azienda che “adotta una politica di riduzione delle emissioni molto spinta e prevede, tra l’altro, il collegamento all’energia elettrica di banchina durante i periodi di sosta all’ormeggio” è stato ancora spiegato.

L’accodo volontario ha validità sino alla fine del 2023 e prevede la possibilità di essere rivalutato qualora intervengano aggiornamenti normativi. È infatti in corso un procedimento finalizzato a dichiarare il Mar Mediterraneo un’area Seca che porterebbe all’obbligatorietà di utilizzare, anche in navigazione, carburanti con un tenore massimo di zolfo dello 0,10% in massa.

Questo di seguito è l’elenco delle compagnie armatoriali e delle agenzie marittime che, assieme alle Capitanerie di Genova e Savona, hanno sottoscritto il Genoa Blue Agreement: Cemar, Cambiaso Risso, Intermare, Prosper, Tomaso Carminati, Transoceania, Euragent, San Giorgio Shipping, Assagenti, Carnival Corporation (Costa Crociere – Carnival Cruise Line – Holland America Line – Seabourne Cruise Line – Princess Cruise – P&O Australia – P&O Cruises – Cunard line – Aida Cruises), Cma Cgm, Disney Cruise Line, Fred Olsen Cruise Line, Msc Cruise Management, Rimorchiatori Riuniti del Porto di Genova, Royal Caribbean International, Virgin Voyages, Zim. Oltre a queste ce ne sono altre (fra cui Hapag Lloyd) che a breve potrebbero aggiungersi all’elenco degli aderenti.

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