Comandanti e direttori di macchina contrari all’imbarco di marittimi senza requisiti
Per il sindacato degli ufficiali l’autorizzazione concessa dal Mims a Gnv presenta profili problematici per la sicurezza generale e, conseguentemente, per la responsabilità dei suoi associati
Dopo quella del senatore Gregorio De Falco è arrivata un’altra espressione di contrarietà alla decisione del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, svelata da SHIPPING ITALY, di autorizzare Grandi Navi Veloci (ma in lizza ci sarebbero anche Euromed Grimaldi e Corsica Ferries) ad imbarcare personale di camera sprovvisto dei titoli abilitanti alla navigazione per fronteggiare la carenza di marittimi.
In una nota il sindacato Usclac-Uncdim-Smacd, sigle di rappresentanza di comandanti, direttori di macchina e ufficiali, ha infatti espresso “forti perplessità in merito alle situazioni di criticità che potrebbero venire a crearsi, con particolare riguardo alla figura dei comandanti e al loro ruolo”.
Per l’organizzazione presieduta da Claudio Tomei la problematica, sollevata anche da De Falco, relativa agli effetti dell’autorizzazione sulla sicurezza ha l’aggravante di incidere direttamente sulla posizione dei propri iscritti: “La categoria, come noto, è già gravata di enormi responsabilità nel sistema normativo attuale e all’atto pratico risponde di pressoché qualsiasi avvenimento accada a bordo, sia sul piano civile che penale. L’imbarco di personale con scarsa esperienza a bordo non fa che aumentare i rischi sulla sicurezza della navigazione, che per i comandanti resta la priorità assoluta, tanto più in un momento in cui la forte ripresa del settore turistico ha aumentato esponenzialmente le presenze di persone sulle navi adibite al trasporto di passeggeri, in primis i traghetti”.
Da qui l’occasione per Usclac-Uncdim-Smacd di “rinnovare l’invito a promuovere una riforma dell’inquadramento giuridico della figura del comandante, alleviandolo da un carico di responsabilità che oggi è eccessivo e ingiustificato e non trova eguali in altri settori ragionevolmente comparabili a quello del trasporto marittimo”.
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