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Nel porto di Livorno rischio sciopero di 10 giorni

Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti chiedono aumenti salariali, stop alla precarizzazione del lavoro e maggiore sicurezza

di Redazione SHIPPING ITALY
26 Agosto 2022
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Axis_Livorno-6 – Darsena Toscana

Dopo le proteste dei portuali in Germania (dove ora la situazione sembra volgere verso il sereno) e quelle dei colleghi britannici (che stanno paralizzando in particolare il porto di Felixstowe), anche sulle banchine italiane si torna a respirare aria di mobilitazione. A Livorno Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno infatti preannunciato dieci giorni di sciopero a partire dal 12 settembre se le proposte formulate dai sindacati (dopo essersi riuniti in assemblea per tre giorni dal 23 al 25 agosto) su sicurezza, salario e salute non saranno accolte.

“Nell’ambito della sicurezza  – sottolineano i sindacati – abbiamo avuto conferma del mancato impiego dei segnalatori, dell’utilizzo compulsivo dello straordinario e interferenze tra sbarco passeggeri e imbarco e sbarco dei rotabili. Per quanto riguarda la salute invece sono state riscontrate condizioni di clima nei garage dei traghetti ro-ro, tali da sospendere le attività. Criticità risolte parzialmente con soluzioni spesso artigianali, ma che non attenuano adeguatamente l’esposizione alle polveri sottili dei portuali” spiegano i rappresentanti dei lavoratori. Che inoltre aggiungono: “In riferimento al salario, è diffusa con sistematicità la pratica del sotto-inquadramento in relazione alle mansioni prevalenti svolte, con il risultato di un’ulteriore compressione salariale. Nello specifico, in alcune realtà, emerge un’alta rotazione del personale in ingresso con contratti a termine che, spirati i termini, vengono sostituiti con altri lavoratori a tempo determinato. Nel porto di Livorno, il precariato ha numerose connotazioni, che non coincidono soltanto con la natura contrattuale, ma spesso con l’organizzazione del lavoro e la conseguente indisponibilità dei tempi di vita. Ulteriore elemento precarizzante è il salario insufficiente”.

Questo è ciò che chiedono i sindacati: “Aumento del 10% delle retribuzioni base, ricognizione e adeguamento dei livelli retributivi, verifica della rotazione dei contratti a tempo determinato e stabilizzazione dei lavoratori precari per mezzo di una campagna di assunzioni con contratti a tempo indeterminato e rendere operative le disposizioni sanzionatorie del Provvedimento 22 emanato dall’Autorità portuale”.

Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti aggiungono infine che “le rivendicazioni  trovano ragione nel contesto attuale e sono spinte da quanto sta accadendo a livello globale. Le grandi concentrazioni armatoriali dominano l’economia del mare con imponenti trasferimenti di ricchezza ed è in atto una speculazione nel mercato delle fonti energetiche. Tutto questo, in rilievo plastico, denuncia il fallimento delle economie di mercato. I porti, in quanto beni pubblici e mercati regolati, non possono essere a disposizione dell’armatore di turno che si arricchisce senza lasciare niente al territorio. Il Sistema Portuale livornese, dopo un lento e inesorabile processo di deindustrializzazione, resta l’unico plesso industriale in grado di produrre e redistribuire ricchezza”.

Sul rischio di sciopero è prontamente intervenuto il presidente della port authority livornese, Luciano Guerrieri, che definisce “legittime le loro riserve e serie le loro richieste” ma aggiunge: “Dobbiamo al contempo lavorare insieme, autorità portuale, lavoratori, imprese, armatori e associazioni di categoria per garantire la piena efficienza delle operazioni portuali che rimangono la priorità impregiudicabile per il nostro territorio e la nostra Regione”.

Guerrieri intende fare tutto il possibile “perché le legittime denunce delle distorsioni nel settore non vadano ulteriormente a pregiudicare la stabilità dei traffici dello scalo portuale, con la fiducia che un serrato quanto serio confronto tra le parti, che l’Autorità faciliterà in ogni modo, possa scongiurare che lo sciopero trovi concreta attuazione”.Assieme al segretario generale Matteo Paroli e all’intero staff, il presidente dell’Adsp livornese ha dichiarato di volersi attivare concretamente fin da subito: “Dalla prossima settimana avvieremo una serie di riunioni con i sindacati e le associazioni di categoria interessate, nella speranza di riuscire a individuare le migliori soluzioni ai problemi sollevati lavoratori. Al contempo, dobbiamo però cercare di salvaguardare le esigenze di continuità e operatività indispensabili all’attività di impresa”.

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