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Primo assist di Adsp Genova e Savona al prepensionamento dei camalli

L’ente finanzierà l’uscita anticipata di 27 soci di Culmv e Culp nell’ambito di due contratti di espansione siglati col Ministero del Lavoro, parte di un piano da 16 milioni di euro. Emerge però il tema della consistenza degli organici

di Andrea Moizo
26 Ottobre 2022
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Ad esito di un Comitato di Gestione straordinario ad hoc, l’Autorità di Sistema Portuale di Genova ha reso nota l’espressione del “parere favorevole all’attuazione della prima fase del piano di prepensionamento (ai sensi del comma 15bis dell’art. 17 della legge 84/94) per 27 soci lavoratori di Culmv e Culp che sono risultati aventi diritto al pensionamento anticipato per la prima ‘finestra’ di uscita relativa al 2022”.

Come spiegato dall’ente, si tratta del primo di una serie di step di cui si dovrebbe comporre il “piano di intervento complessivo di prepensionamento a favore delle due imprese autorizzate alla fornitura di lavoro temporaneo dei porti di Genova e Savona approvato dal Comitato di Gestione nel marzo scorso”, che dovrebbe riguardare in tutto circa 90 portuali.

In questo primo passaggio l’Adsp, oltre al ruolo di coordinatore, ha quello di cofinanziatore. I pensionamenti che scatteranno alla fine di novembre, infatti, sono il frutto della sottoscrizione di due “contratti di espansione” sottoscritti ad agosto da Culmv e Culp col Ministero del Lavoro (e segreterie sindacali territoriali e rappresentanze aziendali). Si tratta di un istituto introdotto nel 2015 con l’obiettivo di favorire il ricambio generazionale fra lavoratori, in base al quale possono essere autorizzati alcuni prepensionamenti con un anticipo di massimo cinque anni. Il lavoratore anticipa l’uscita e l’azienda, con un contributo del fondo Naspi, s’impegna a finanziare un’indennità (erogata da Inps) pari alla pensione fino a quel momento maturata nonché i contributi necessari, al raggiungimento dell’età piena, a maturare la pensione piena. A fronte di tale supporto, l’impresa s’impegna anche a un programma, da concordare col Ministero, di nuove assunzioni (in rapporto di 1 ogni 3 uscite) e formazione.

Nel caso di Culmv e Culp, la quota in capo all’impresa non sarà pagata dalle due compagnie, bensì dall’Adsp, utilizzando come detto i fondi del comma 15bis dell’articolo 17, per la cifra di 1,82 milioni di euro. Analoga operazione, per dimensioni, si ripeterà fra un anno, dato che i contratti di espansione prevedono una seconda finestra, mentre l’ente, per completare il quadro dei 90 prepensionamenti preconizzati, sta lavorando in parallelo anche sullo strumento della cosiddetta isopensione (altro istituto di recente introduzione atto a facilitare i pensionamenti anticipati), con la stima di investire complessivamente nella partita fino a un massimo di 16 milioni di euro.

Da capire, soprattutto per quel che riguarda Genova, come sarà declinata la ‘parte assunzioni’ di questi accordi, partita che si intreccia con altri due fronti caldi sulle banchine genovesi. Il primo è quello della vertenza, tutt’ora in sospeso, dei cosiddetti interinali, il secondo quello dell’organico operativo della Culmv autorizzato (930 su poco meno di 1.000 complessivi).

La compagnia lamenta da tempo l’elevata età media (certificata anche dal Piano organico porto dell’Adsp) e l’insufficienza numerica di quest’ultimo, destinato ad un ulteriore ridimensionamento per i prepensionamenti (con l’ulteriore problema che se il contratto di espansione prevede un rapporto di 3/1 fra entrate e uscite, l’isopensione non prevede ingressi). Sempre che il piano di efficientamento in cui la Culmv s’è impegnata con il supporto di Adsp lo consenta, riportare l’organico alla consistenza autorizzata con l’ingaggio degli interinali non sarebbe però un’ipotesi percorribile per la compagnia, ancorché evocata in queste settimane di tensioni a sorta di contrappeso del supporto pubblico sui prepensionamenti.

Sia perché la cosa contrasterebbe con i contratti di espansione appena firmati, cui sottende una ratio di ringiovanimento che verrebbe tradita con l’inserimento di personale poco più giovane di quello uscito (larga parte dei 46 interinali in cerca di stabilizzazione è infatti composta da lavoratori esperti e specializzati, per lo più utilizzati per la fornitura al terminal Psa Pra’). Sia perché la Culmv segue percorsi di inserimento mirati alla polivalenza e imperniati su un periodo di inquadramento a tempo determinato (cosiddetto da “soci speciali”), da mutare in associazione ordinaria solo alla verifica dell’acquisizione di questa versatilità professionale. Senza dimenticare la tradizione di riservare questo ‘praticantato’ ai figli dei soci.

Insomma, la matassa del lavoro portuale genovese è ingarbugliata. Certo è che, a prescindere dal destino degli interinali – oltre all’ipotesi Culmv è circolato anche proprio il nome di Psa, in ragione dei piani di assunzione recentemente varati – coi prepensionamenti (51 in tutto) il tema della consistenza e della composizione dell’organico operativo della Culmv diverrà sempre più stringente: i contratti di espansione prevedono che le assunzioni si concretino entro il non lontano 2024 e a metà dello scorso luglio circa il 35% degli operativi aveva più di 50 anni.

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