Pir e Sapir provano a bloccare lo sbarco di Grimaldi in banchina a Ravenna
Gli ex proprietari di T&C impugnano gli atti dell’Adsp prodromici alla cessione al gruppo partenopeo della società proprietaria dei piazzali per il traffico ro-ro

Il primissimo assalto è andato a vuoto, ma il dado è tratto: La Petrolifera Italo Rumena S.p.A., capofila del Gruppo Pir di Ravenna, e la concittadina Sapir vogliono ostacolare la cessione da parte dell’Autorità di sistema portuale romagnola della controllata T&C – Traghetti e Crociere e per farlo si sono rivolti al Tribunale amministrativo dell’Emilia Romagna.
Nel dettaglio gli atti impugnati sono quelli adottati dall’ente per indire un’asta pubblica a seguito dell’offerta ricevuta dal Gruppo Grimaldi (attraverso Grimaldi Euromed) per acquisire per 25 milioni di euro la società proprietaria delle aree di piazzale, locate alla Logiport dello stesso gruppo Grimaldi, immediatamente retrostanti i 26mila mq di banchina di cui la shipping company partenopea è successivamente divenuta concessionario e presso cui approdano le sue linee ro-ro con Brindisi.
Ritenuto che non sussistono i presupposti di estrema gravità e urgenza tali da non consentire la dilazione della trattazione della domanda cautelare alla prima camera di consiglio utile, fissata per il 10 aprile 2025, il giudice monocratico del Tar di Bologna ha però respinto l’istanza cautelare per la sospensione della procedura di vendita, anche se la data dell’asta sarà precedente (19 marzo) rispetto al prossimo round giudiziario.
Le società ricorrenti hanno preferito non diffondersi, per il momento, sulle ragioni della propria iniziativa, ma è un fatto che esse siano state fin verso l’inizio del nuovo millennio proprietarie, pariteticamente, dell’intero capitale di T&C, poi ceduta all’allora Autorità portuale con una non meglio precisata clausola che prevedrebbe sì una prelazione sul riacquisto, ma a una cifra largamente superata da quella offerta da Grimaldi.
Inoppugnabile anche che l’Adsp, meno di un mese prima della formale offerta ricevuta da Grimaldi (cioè verso la metà di dicembre), abbia provveduto a una modifica dello statuto di T&C, anche se l’oggetto di tale intervento resta non precisato, leggendosi nel relativo verbale che “pur non essendo sopravvenute disposizioni di legge che impongano un adeguamento dello statuto a norme imperative, ne appare comunque opportuna una revisione per migliorarne, ove necessario, la tecnica redazionale effettuandone un’unica integrazione rispetto all’oggetto sociale, affinché ne risulti, con la massima accentuazione la funzionalità a reggere la società coerentemente con le finalità istituzionali dell’ente controllante”. Secondo Daniele Rossi, presidente dell’Adsp e di T&C, si legge ancora nel verbale, “un’esposizione diretta ad illustrare analiticamente, con procedimento minuto e particolareggiato, gli aggiornamenti apportati” non sarebbe significativa.
Da non dimenticare, infine, come Pir e Grimaldi siano da tempo contrapposti su un altro fronte, vale a dire quello di Ponte Somalia, la banchina del bacino del porto di Genova – Sampierdarena su cui Superba, controllata del gruppo ravennate, vorrebbe e dovrebbe, secondo l’Adsp di Genova e ricorsi permettendo, spostare i propri depositi dall’attuale sito di Multedo (dietro Porto Petroli), previo restyling di un terminal oggi centrale nelle dinamiche del gruppo Grimaldi anche se la proprietà è passata alla Ignazio Messina & C. Il ricorso di Grimaldi sul trasferimento dei depositi costieri in porto a Genova Sampierdarena venne bocciato, ma altri soggetti ottennero lo stop dal Tar e oggi pende l’appello in Consiglio di Stato, oltre a una procedura d’autorizzazione ambientale presso il Ministero dell’ambiente.
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