Confermato il diniego a Palumbo degli spazi per ampliarsi a Messina
Il Tar siciliano ha respinto il ricorso contro il niet dell’Adsp: procedura legittima e motivata

La volontà di Palumbo di ampliare la propria attività cantieristica nel porto di Messina deve ancora attendere.
Incassato un anno fa il diniego dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto alla richiesta di concessione della banchina del Molo Libia e relativo specchio acqueo antistante, in quanto funzionale alle attività di cantieristica già in atto nell’area, la società navalmeccanica ha perso ora il relativo ricorso amministrativo.
L’iniziativa verteva su ragioni procedurali e motivazionali, posto che l’Adsp aveva denegato l’area “tenuto conto della complessiva disponibilità di ormeggi, delle esigenze tecnico-funzionali del porto”, ritenendo opportuno “continuare a mantenere ad uso pubblico la banchina oggetto di istanza di concessione, in considerazione anche dei limitati spazi disponibili nel bacino portuale”.
Palumbo ha provato a eccepire il fatto che l’Adsp avrebbe adottato la comunicazione di preavviso di rigetto solo dopo il parere reso dal Comitato di Gestione che, pertanto, si sarebbe basato sulla sola relazione del Rup e non anche sulle osservazioni della parte privata.
Iter ritenuto invece corretto dai giudici, secondo i quali “È solo dopo che tali step procedimentali siano stati compiuti che l’Amministrazione dispone di un quadro di situazione completo che le consente, validamente, dal punto di vista normativo, di emettere una decisione sui fatti emersi nel corso del procedimento, essendo coerente che solo a partire da questo momento la medesima sia tenuta a comunicare il preavviso di rigetto al privato”.
Promossa anche la decisione di utilizzare per l’istruttoria un sopralluogo condotto nell’area ma in ragione di un diverso procedimento, mentre il terzo motivo, afferente il fatto che la decisione di mantenere pubblico il Molo Libia non rispetterebbe pianificazione e regolamenti dell’ente, è stato cassato perché “avuto riguardo alla banchina in esame, le Amministrazioni interessate hanno preso atto che essa sarebbe l’unica, al momento, a non essere stata data in concessione, ritenendo opportuno lasciarla al pubblico uso all’esito di una valutazione eminentemente discrezionale che non risulta essere affatto illogica o sproporzionata, oltre a non essere neppure in contrasto col regolamento presupposto”.
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