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Cantieri

Gli armatori tendono la mano a Fincantieri sul ‘rinnovo flotte’

Invito di Confitarma a sedersi al tavolo di confronto per cercare una mediazione su tempi e costi di costruzione o refitting delle navi per non vanificare i contributi del Pnrr

di Nicola Capuzzo
23 Gennaio 2024
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Roma – Una delle priorità segnalate dal nuovo corso di Confitarma con l’avvio della presidenza affidata a Mario Zanetti (succeduto a Mario Mattioli e alla presidente protempore Mariella Amoretti) è quella di riuscire a spendere i contributi pubblici assegnati dal fondo complementare al Pnrr al rinnovo delle flotte navali italiane. Gli armatori chiedono che il decreto ribattezzato “Rinnovo flotte” non sia solo un decreto pro-cantieri navali italiani ed europei.

“Bisogna continuare a lavorare sul Decreto Flotte” ha affermato Zanetti al media day organizzato a Roma da Confitarma, rivelando nell’occasione che un primo incontro anche con Fincantieri c’è stato nei giorni scorsi. Il gruppo navalmeccanico triestino guidato da Pierroberto Folgiero ha recentemente lanciato, tramite l’associazione di categoria Assonave, un messaggio al Governo chiedendo che gli stanziamenti previsti rimangano riservati solo ai lavori realizzati presso cantieri italiani o europei. Gli armatori invece avevano chiesto che fosse concessa la possibilità di includere nell’elenco dei cantieri dove poter costruire nuove navi anche paesi extra Ue ma in Mediterraneo (ad esempio la Turchia).

Difficile ma possibile trovare una quadra, anche se il tempo stringe perché le scadenze imposte dal Pnrr sono “domani” ha ricordato Zanetti. “Siamo disponibili e interessati a sederci al tavolo per trovare una quadra economica. Se non la troveremo pazienza. Ma il tempo stringe”.

L’ostacolo da superare è duplice: “Il tema è molto chiaro – secondo il presidente di Confitarma – C’è un tema di competitività di prezzi e di tempi per il refit e per le nuove costruzioni. I tempi (per la realizzazione degli interventi destinatari di contributi pubblici, ndr) devono essere estesi, altrimenti non ci sarà la possibilità di spendere quelle risorse. Dev’esserci la possibilità di lavorare su prezzi competitivi” tramite una “compartecipazione in investimenti strategici”.

A questo punto il neopresidente lancia una frecciata: “Altrimenti stiamo parlando di decreti che hanno altre finalità, diverse da supportare l’armamento italiano (sostenere la cantieristica navale italiana, ndr). Bisogna trovare in fretta una soluzione”.

A rinforzare il messaggio lanciato ci ha provato anche il vicepresidente Guido Grimaldi. “Il fatto che sia stato utilizzato solo il 15% delle risorse disponibili non vuole dire che non ci sia un interesse da parte degli armatori italiani. Questi fondi sono per noi importanti e preziosi” ha dichiarato. “I cantieri europei non risultano però competitivi e non sono in grado di dare all’armamento italiano le risposte e l’offerta che cerca”. Il vicepresidente di Confitarma (nonché presidente di Alis) ha voluto infine evidenziare l’importanza di quelle risorse non solo per la costruzione di naviglio nuovo ma “anche per interventi di retrofit”, dunque per l’ammodernamento delle flotte attualmente già operative lungo le coste italiane.

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