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Tagli e riorganizzazione Maersk: i timori dei sindacati per Genova e l’Italia

Dopo l’annuncio fatto ieri da Maersk e riguardante l’imminente riorganizzazione della divisione logistica e spedizioni via mare (con la cancellazione dei marchi Damco e Safmarine), in Italia, e più in particolare a Genova, ci si interroga sui possibili effetti di questa razionalizzazione nel nostro paese. Il gruppo ieri ha detto che almeno 26mila addetti (su […]

di Nicola Capuzzo
2 Settembre 2020
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Dopo l’annuncio fatto ieri da Maersk e riguardante l’imminente riorganizzazione della divisione logistica e spedizioni via mare (con la cancellazione dei marchi Damco e Safmarine), in Italia, e più in particolare a Genova, ci si interroga sui possibili effetti di questa razionalizzazione nel nostro paese. Il gruppo ieri ha detto che almeno 26mila addetti (su 80mila complessivi) saranno interessati da questa riorganizzazione.

In Italia il liner danese è presente con propri uffici a Genova, sia nella sede di Maersk Line presso i Magazzini del Cotone, sia in quelli di Hamburg Sud in via Operai (zona Fiumara). Lo scorso gennaio proprio Hamburg Sud aveva disposto il trasferimento di 13 lavoratori (su un totale di 23) dalla sede di Livorno a quella del capoluogo ligure. Visto che la riorganizzazione annunciata impatterà anche sulla compagnia di navigazione tedesca acquisita tre anni fa da Maersk, una possibile razionalizzazione di costi in Italia potrebbe riguardare proprio l’accorpamento delle due sedi genovesi. “Dalla compagnia ci hanno rassicurato che in Italia esuberi non dovrebbero essercene” ha detto a SHIPPING ITALY Daniele Gadaleta, sindacalista della Filt Cgil. “Riorganizzazione però potrebbe voler dire molte cose. Potrebbero esserci dei trasferimenti e dei riposizionamenti. Anche in assenza di esuberi non si può escludere che ci saranno dei cambiamenti negli assetti organizzativi all’interno del gruppo anche in Italia entro fine anno”.

Scarsa, secondo Gadaleta, è la preoccupazione per quanto riguarda Safmarine poiché già oggi gli addetti che lavorano per questa compagnia desinata a sparire sono a tutti gli effetti dei dipendenti di Maersk Italia e quindi potrebbero al massimo essere destinati a cambiare ruolo o mansioni. “Insomma non ci aspettiamo un impatto dal punto di vista numerico sul’organico ma è possibile che la riorganizzazione impatti su certe figure” è la sintesi della Filt Cgil.

Più preoccupato, invece, Mauro Scognamillo, segretario della Fit Cisl in Liguria, secondo il quale “qualche impatto in Italia potrebbe esserci” in materia di esuberi. “Temo che difficilmente potremo uscirne completamente esenti in Italia da questo piano e temiamo per il possibile effetto domino nelle altre agenzie marittime. La digitalizzazione del lavoro avrà come primo effetto l’esubero di personale anche in questo settore” sottolinea Scognamillo. Il sindacalista afferma che “per Maersk a Genova lavorano circa 180 persone, a cui si aggiungono quasi un centinaio di addetti anche in Hamburg Sud. Nel 2011 i lavoratori di Maersk in Italia erano 506 a cui si sommavano altre 40 unità di Damco che in Italia non esiste più ormai da alcuni anni”. Timori forse ancora maggiori secondo il delegato della Fit Cisl ci sono invece per il terminal container Vado Gateway di Vado Ligure (controllato da Apm Terminals sempre del gruppo Maersk) dove l’attività in questo primo anno stenta a prendere il largo soprattutto a causa dell’emergenza Covid-19.

Sempre a proposito di lavoro e agenzie marittime Mauro Scognamillo ricorda infine come solo Hapag Lloyd in tempi recenti abbia investito aumentando l’organico sotto la Lanterna con una nuova sede regionale “ma – precisa il sindacalista – purtroppo in quel caso l’impatto sull’occupazione locale è stato finora pari a zero perché i 30-40 posti di lavoro creati sono stai occupati da lavoratori che il vettore tedesco ha portato da altre sedi in giro per il mondo dove erano in esubero”. Insomma le nuove assunzioni promesse sono state mantenute ma non hanno creato occupazione per i lavoratori locali.

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