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Si complica il concordato preventivo di Morfini

La società armatoriale barese ha predisposto un piano che difficilmente potrà essere accettato dai creditori ipotecari considerando l’impennata del valore della flotta

di Nicola Capuzzo
28 Luglio 2022
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Electa (Morfini)

Il concordato preventivo della società armatoriale Morfini di Bari, complice anche una ripresa del mercato dei noli in atto ormai da inizio anno, mai come in questo momento sembra essere avvolto da incertezze e rischia di prolungarsi nei mesi a venire.

Secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY, infatti, la procedura di concordato in bianco chiesta e ottenuta negli anni scorsi al Tribunale di Bari dall’omonima famiglia pugliese di armatori quando il mercato del trasporto marittimo di carchi liquidi era in sofferenza, si scontra ora con un contesto di mercato diametralmente opposto. Le navi cisterna MR1 e MR2 che trasportano prodotti raffinati, il business in cui è attiva Morfini, ottengono noli molto al di sopra del break even e anche il valore degli asset sul mercato della compravendita è salito in maniera significativa. Secondo VesselsValue l’intera flotta della shipping company barese, composta da 7 tanker e 2 piccole bettoline, un anno fa valeva circa 85 milioni di dollari mentre oggi le stime superano i 120 milioni di dollari.

Nel corso degli anni molti dei crediti ipotecari sulle navi sono stati ceduti dagli istituti di credito (in primis Intesa Sanpaolo e Unicredit) a veicoli di turnaround come Pillarstone Italy, Dea Capital e Fortress che dunque oggi controllano la quasi totalità dell’esposizione debitoria.

Più precisamente, su un totale di circa 120 milioni di euro di crediti ipotecari, Pillarstone ne controlla circa 70 milioni, Fortress 30, Dea Capital circa 10 e il resto è in mano a Mps, Banca Popolare di Bari e Carige. Da più di un anno, quando appunto è stata presentata domanda di ammissione al concordato preventivo, Morfini non onora più i propri impegni nei confronti dei creditori bancari.

Ad oggi risulta che un piano concordatario sia già stato predisposto ma il suo definitivo deposito presso il tribunale di Bari (commissari in questa procedura sono stati nominati il dott. Nicola Vito Notarnicola e l’avv. Paola Zaurito), in vista del successivo voto da parte dell’adunanza dei creditori, non sia ancora avvenuto. Sulle ragioni di questo ritardo non emergono informazioni precise né ufficiali ma pare che il mutato contesto di mercato stia giocando un ruolo importante.

La proposta di concordato di Morfini, infatti, riconoscerebbe ai creditori ipotecari circa il 30% del debito, un valore significativamente inferiore rispetto all’attuale valore delle navi che, oggi grazie come detto alla ripresa dei noli, praticamente equivale all’esposizione debitoria. Al contempo sempre un 30% di rimborso verrebbe proposto anche ai creditori chirografari (parrebbe in un lasso temporale molto esteso). Uno schema, questo, che difficilmente consentirebbe a eventuali altri creditori di promuovere e presentare piani concordatari concorrenti.

Una fase di stallo, dunque, che non conviene e non piace a nessuno: né all’azienda che continua a operare sul mercato con paletti e limiti imposti da una procedura prefallimentare, né ai creditori  che hanno tutto l’interesse a uscire nel minor tempo possibile dalle varie posizioni in cui sono entrati massimizzando il rimborso del debito.

Difficile a questo punto prevedere come possa evolvere la situazione e ancor di più scommettere su quale sia lo scenario futuro più facilmente concretizzabile.

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