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Manovre ferroviarie a Genova: i dettagli della gara

Appalto da 55,5 milioni per 5+2 anni di servizio: clausola sociale inserita come criterio premiale (decisivo), possibilità di autoproduzione e incertezza sul Scmt (segnalamento alto)

di Andrea Moizo
14 Aprile 2023
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Parco ferroviario Fuorimuro treni container Genova NC 8345

C’è voluto anche più tempo di quello previsto al lordo di proroghe e slittamenti (la concessione vigente scadeva a fine 2020), ma la gara per l’affidamento delle manovre ferroviarie del porto di Genova è senz’altro tra quelle organizzate col maggior grado di approfondimento analitico e con la maggiore dovizia di documentazione tecnica nella storia dell’Autorità di Sistema Portuale del capoluogo ligure.

Il piano economico finanziario, ad esempio, è stato redatto sulla base di previsioni estremamente realistiche, fondate sui trend di traffico marittimo e ferroviario degli ultimi anni e su verosimili tassi di sviluppo. Su questa base, stimando con elevato grado di dettaglio ricavi e costi, si arriva a ricavi netti (profitti, ndr) variabili, nel quinquennio, fra 250mila e 350mila euro, posto che l’offerta economica degli interessati si baserà proprio sui ribassi delle tariffe definite a base di gara e che sono tracciati due scenari alternativi, peggiori, a sostegno della tenuta delle ipotesi finanziarie.

La durata sarà di cinque anni, ma Adsp si riserva la facoltà di una proroga biennale alle medesime condizioni, con l’aggiunta, in ogni caso, di 6 mesi ulteriori per l’organizzazione della futura gara di riaffidamento, per un valore totale dell’appalto di 55,5 milioni di euro. Per aggiudicarselo, come accennato, è previsto il ribasso quanto all’offerta economica, il cui peso sarà però solo del 25%, mentre 75 punti saranno assegnati per l’offerta tecnica, articolata addirittura in 10 sottocriteri. Di questi il più pesante (20 punti) sarà relativo al “Progetto di assorbimento e utilizzo del personale del concessionario uscente”, col punteggio assegnato “all’offerente che proponga il totale assorbimento dei lavoratori attualmente impiegati dal concessionario uscente (96, ndr), anche mediante l’eventuale impiego in servizi aggiuntivi proposti in sede di offerta”. Altri 20 punti andranno infatti a chi sarà in grado di offrire “disponibilità di trazione ferroviaria e utilizzo di inland terminal”.

Se il parametro sull’occupazione va letto alla luce di una clausola sociale che, per ragioni di normativa comunitaria, non può che costringere l’aggiudicatario all’assorbimento del personale del gestore uscente solo per quel che riguarda i suoi eventuali fabbisogni incrementali, quello dei servizi aggiuntivi pare legato anche ad un’altra previsione ‘europea’, quella cioè della facoltà di autoprodursi i servizi di manovra, prevista dall’articolo 6 del regolamento per gli “operatori di impianto che hanno una connessione ferroviaria in esclusiva con la rete del Gestore dell’Infrastruttura”.

A questo proposito molto densa la documentazione prodotta per descrivere l’infrastruttura su cui il manovratore dovrà operare e, soprattutto, il suo previsto (e in alcuni casi ben avviato) sviluppo (che fra le altre cose, col passaggio del parco Fuorimuro a Rfi, garantirà a tutti i terminalisti la connessione esclusiva alla rete, condizione come visto essenziale per l’autoproduzione). È in questo ambito che si trova il punto forse meno chiaro della procedura.

La descrizione della futura infrastruttura, infatti, prevede che pressoché tutti i collegamenti della rete ferroviaria portuale con quella esterna siano attrezzati prima o dopo e regolati col cosiddetto Sistema Controllo Marcia Treno (Scmt), e quindi mediante segnalamento alto. Il che, detto che la dotazione non è inserita fra i requisiti obbligatori di partecipazione, avrà però riflessi sulla gara, tanto più che nel Pef, oltre alla acquisizione di 6 mezzi nel corso della concessione, è stato considerato, lato costi, “un parco mezzi che includa locomotori e locotrattori prevedendo, fin da subito, l’adeguato attrezzaggio tecnologico di alcuni mezzi per ‘dialogare’ con gli apparati di segnalamento e automazione dell’infrastruttura ferroviaria di imminente attivazione nella località di servizio di Genova Voltri ed altri, successivamente, in vista di ulteriori previste attivazioni degli apparati nel corso della concessione”.

Per vedere se e come questo elemento (e in particolare il “fin da subito”: i mezzi di manovra non hanno generalmente questa dotazione) impatterà sulla gara, occorrerà attendere quantomeno il 29 maggio, termine di presentazione delle offerte.

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