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Tre richieste di rinvio a giudizio per i lavori della banchina Est al Molo San Cataldo di Taranto

Secondo l’accusa gli indagati si erano adoperati “con mezzi fraudolenti per turbare la regolarità della procedura ad evidenza pubblica di affidamento dei lavori”

di Redazione SHIPPING ITALY
19 Febbraio 2025
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Molo San Cataldo – porto Taranto – banchina Levante 2

Tre richieste di rinvio a giudizio sono state formulate per la presunta turbativa d’asta di una gara d’appalto da 22 milioni di euro nel porto di Taranto a seguito delle indagini sul maxi appalto per i “lavori di rettifica, allargamento e adeguamento strutturale della banchina di Levante del Molo San Cataldo e della calata 1 del Porto di Taranto” bandito dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio.

Secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno le richieste di rinvio a giudizio interessano Eugenio Rainone quale co-amministratore della società Rcm Costruzioni Srl aggiudicataria della gara, Claudio Paccanaro ex amministratore unico del Consorzio Stabile Alveare Network e Vincenzo Cintura, dipendente del consorzio. L’accusa nei loro confronti è di essersi adoperati “con mezzi fraudolenti per turbare la regolarità della procedura ad evidenza pubblica di affidamento dei lavori” e “con intese e collusioni” avrebbero indotto alcune società appartenenti al Consorzio Stabile Alveare Network a negare il proprio consenso affinché la società concorrente Doronzo Infrastrutture potesse utilizzare il proprio volume di affari grazie all’istituto del cosiddetto “avvalimento”.

L’indagine dei militari nasceva da un esposto proprio della Doronzo srl che, dopo essersi classificata prima, è stata esclusa dalla port authority di Taranto sulla base di una serie di documenti prodotti, secondo l’accusa, dalla Rcm. In sostanza, la Doronzo srl, aveva indicato il consorzio come una sorta di partner per raggiungere quei requisiti richiesti dal bando e che da sola la società non avrebbe potuto raggiungere. Per gli investigatori i tre imputati avrebbero sostanzialmente convinto i vertici di alcune società consorziate a rifiutare quell’accordo per impedire l’aggiudicazione.

L’obiettivo degli indagati, secondo gli investigatori, era quello di “screditare, nei confronti dell’Autorità di Sistema Portuale di Taranto”, il Consorzio Stabile Alveare Network in modo da rendere inutilizzabile l’avvalimento e quindi estromettere Doronzo Infrastrutture. Azioni che avrebbero prodotto i loro risultati dato che l’Autorità Portuale di Taranto (non indagata), sarebbe stata indotta in errore al punto “da sottrarre – si legge nei documenti dell’inchiesta – l’assegnazione dell’appalto al legittimo assegnatario, che dalle procedure di gara risultava essere la Doronzo Costruzioni, per affidarlo alla Rcm Costruzioni”.

Questo obiettivo, secondo l’accusa, sarebbe stato raggiunto con il raggiro dei vertici di tre società consorziate che una volta interrogate dai militari dell’Arma dei Carabinieri hanno spiegato i dettagli della vicenda e solo con il senno di poi hanno compreso quale fosse realmente l’obiettivo delle richieste che gli venivano poste da Rainone, da Paccarato oppure da Cintura.

Il disegno era quello di “veicolare i contenziosi tra il Consorzio Stabile Alveare Network ed alcune società consorziate per minare la credibilità ed attendibilità dello stesso agli occhi della Stazione Appaltante costituita presso l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, condizionandone la libertà di giudizio, nell’assegnazione dell’appalto bandito”. Danneggiando l’immagine di affidabilità del consorzio, di conseguenza, “ledeva – scrivono ancora gli inquirenti – l’interesse legittimo, tanto della Doronzo Infrastrutture che della Pubblica Amministrazione, in vantaggio della Rcm Costruzioni”.

Il completamento dei lavori e l’inaugurazione dell’opera risalgono a fine 2021. Allora una nota della locale Adsp spiegava che “il completamento dei lavori della banchina di levante del Molo San Cataldo, oltre ad ammodernare la parte più storica del porto di Taranto, rappresenta un’ulteriore opportunità di valorizzazione della infrastruttura ai fini turistici, contribuendo alla affermazione della città – Porto di Taranto come destinazione crocieristica nel Mediterraneo”.

All’inaugurazione era presente la viceministra alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, Teresa Bellanova, che aveva detto: “Esempi come quello di Taranto, con una impresa (R.C.M., ndr) che rispetta i tempi e che, addirittura, come detto dal presidente dell’autorità di sistema portuale, conclude i lavori in anticipo dovrebbero essere la normalità”. Parole di apprezzamento per l’impresa di costruzioni Salernitana erano state espresse anche da parte del presidente dell’Autorità di sistema portuale, Sergio Prete, soddisfatto del rapporto avviato da tempo: “Voglio ringraziare la ditta che come in altre occasioni ha ultimato i lavori in anticipo consentendo una gestione del contratto molto serena che ha consentito di ottenere questi risultati”.

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