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Salerno: “Nel 2020 il Rina è il registro cresciuto di più al mondo nel navale”
“È stato un anno non facile ma i risultati sono arrivati”. Lo definisce così il 2020 Ugo Salerno, presidente e amministratore delegato del Gruppo Rina, in questa intervista a SHIPPING ITALY. “Prima del Covid-19 ci eravamo prefissati certi budget che ovviamente non è stato possibile raggiungere, ma nell’anno appena trascorso siamo comunque cresciuti”. Secondo i […]
“È stato un anno non facile ma i risultati sono arrivati”. Lo definisce così il 2020 Ugo Salerno, presidente e amministratore delegato del Gruppo Rina, in questa intervista a SHIPPING ITALY. “Prima del Covid-19 ci eravamo prefissati certi budget che ovviamente non è stato possibile raggiungere, ma nell’anno appena trascorso siamo comunque cresciuti”.
Secondo i primi dati a preconsuntivo, a fine anno i ricavi del Gruppo Rina risulteranno in crescita del 4% circa, mentre i margini (Ebitda) saranno saliti del 10% rispetto all’esercizio scorso. Il rapporto debito/Ebitda scenderà dal 2,75 al 2,25 e nei mesi scorsi è stata ottenuta una linea di credito a breve da 40 milioni di euro che finora non è stato necessario utilizzare. Il 2019 si era chiuso con ricavi netti pari a 476 milioni di euro, in crescita del 7,5% rispetto ai 443 del 2018, mentre l’utile netto era stato pari a 3,6 milioni di euro, contro i 2,6 milioni dell’esercizio precedente.
I budget per il 2021 parlano di una crescita organica per arrivare a un incremento dei ricavi e dell’Ebitda del 12-13%, superando dunque la soglia del mezzo miliardo di euro di fatturato.
Salerno parla del 2020 come di “un anno positivo sotto molti aspetti”, a partire dal settore marine “che ha dato una spinta fortissima” e nel quale “sono stati raggiunti i 50 milioni di tonnellate di stazza lorda di navi classificate. Un traguardo significativo se si considera che quando sono entrato al Rina, nel 2003, erano 13 milioni le tonnellate di stazza lorda classificate”. Un balzo in avanti quest’anno del 7% che il Clarkson World Fleet Monitor riporta nelle sue statistiche evidenziando come il Rina sia il registro di classificazione navale che è cresciuto maggiormente a livello mondiale.
Il numero uno del gruppo prevede per il 2021 un’ulteriore crescita del 6-7% grazie soprattutto al mercato armatoriale greco deve l’ente di classifica italiano sta lavorando con un numero sempre maggiori dei grandi player (attualmente il mercato ellenico vale per il gruppo circa 13 milioni di Tsl) e dove, non a caso, ha recentemente inaugurato (al Pireo) il suo nuovo Fleet Operating Centre. “Questo nuovo centrò offrirà, fra gli altri, anche strumenti di live streaming che rendono possibili le ispezioni da remoto. Un’attività, quest’ultima, sulla quale il Rina si è dimostrato in prima linea portando a termine con successo ispezioni su navi battenti bandiera liberiana e nei giorni scorsi abbiamo avuto anche le prime positive sperimentazioni anche con la bandiera di Panama” ha rivelato Salerno. La prima ispezione da remoto era stata portata a termine con successo lo scorso marzo su una nave della d’Amico Società di Navigazione. La società italiana Vroon Offshore Services, controllata del gruppo olandese Vroon, è stata invece la prima a ottenere la notazione di classe ‘remote’ proprio per la possibilità di ottenere anche a distanza le regolari visite di classe sulle sue 16 navi Osv in flotta.
Nel 2020 del Gruppo Rina riassunto da Ugo Salerno meritano una citazione particolare anche gli accordi in Cina con la Sdari per la digitalizzazione e classificazione dei nuovi progetti di costruzioni navali, così come l’alleanza siglata con China Merchants e Ccs per l’alimentazione delle navi a idrogeno e ad ammoniaca.
A questo proposito l’ingegnere sembra avere le idee molto chiare: “L’idrogeno e l’ammoniaca sono tra i più promettenti vettori energetici del prossimo futuro, grazie soprattutto alla tecnologia delle celle a combustibile. Sto parlando di un qualcosa che potrebbe realizzarsi fra non molto tempo. In alcune aree del mondo, penso all’Africa, all’Australia, al Medio Oriente e a certe zone degli Stati Uniti, il costo di produzione dell’energia rinnovabile diventerà presto prossimo allo zero. Questo significa che a incidere sul prezzo finale sarà soprattutto il trasporto e, visto che non possiamo immaginare cavi elettrici da un continente all’altro, ecco che l’idrogeno assume un ruolo fondamentale come vettore per il trasferimento e lo stoccaggio dell’energia rinnovabile”. Il Gruppo Rina insieme a Snam ha concluso con successo una sperimentazione presso lo stabilimento siderurgico di Dalmine e guarda con interesse per il futuro prossimo alla riconversione dell’Ilva. “La decarbonizzazione sarà uno dei nostri mantra per gli anni a venire” aggiunge ancora l’.a.d. del gruppo genovese, che parlando di futuro a medio-breve termine non risparmia una risposta anche alla domanda sull’ipotesi di quotazione in Borsa di Rina. “La quotazione è una possibilità sul tavolo ma non abbiamo fretta” dice Salerno. “Servirà avere un Ebitda superiore agli 80 milioni di euro e nel 2021 prevediamo di essere sopra i 60. Come noto abbiamo già nominato Lazard come advisor e siamo già praticamente pronti ma attendiamo che le condizioni di contesto siano ottimali. Guardiamo inoltre con interesse a possibili nuove acquisizioni, un paio in particolare sarebbero grosse, e andrebbero ad aggiungersi a un’altra nel settore della difesa che stiamo finalizzando”.