Respinto il ricorso di Sarimi (Amico&Co.), salve le commesse di T.Mariotti da 800 milioni
Terminal San Giorgio intanto rinuncia alla battaglia per i passeggeri mentre Nuovo Borgo Terminal presenta un’altra istanza
“La preferenza espressa da Adsp per la domanda di Mariotti risulta legittima”.
È il passaggio centrale della sentenza del Tar della Liguria che ha rigettato il ricorso di Sarimi, società del gruppo Amico & Co. attiva nelle aree delle riparazioni navali genovesi, contro l’Autorità di sistema portuale del Mar LigureOccidentale, che aveva respinto un’istanza di rinnovo di Sarimi (rectius, parzialmente accolto, per la quota non in concorrenza) a favore di quella del cantiere navale T.Mariotti, che aveva chiesto di espandersi sugli spazi dell’ex vicino in ragione della contemporaneità di due commesse di costruzione (una civile e una militare, quest’ultima con particolari esigenze di ormeggio e tutela della segretezza) impossibili da portare a compimento negli spazi precedentemente a disposizione.
Il Tar ha confermato ora l’indirizzo assunto in fase cautelare, respingendo in un’articolata sentenza tutti i motivi di ricorso di Sarimi e validando la bontà della scelta dell’ente “in quanto ha correttamente valorizzato la sua maggiore rispondenza all’interesse pubblico derivante: dalla maggiore rilevanza delle lavorazioni relative all’allestimento della nave e non alla sola manutenzione; dal maggiore fatturato delle commesse (quasi 800 milioni di euro) e dalle importanti ricadute a livello occupazionale (oltre 700 lavoratori) ed industriale per tutto il comparto”.
Cassato in particolare l’argomento di Sarimi relativo al presunto “nocumento alla concorrenza derivante dal fatto che la controinteressata insieme alla ‘sorella’ San Giorgio del Porto s.p.a. (entrambe parte della holding Gin – Genova Industrie Navali, ndr) occupa, in concessione diretta o subconcessione, circa il 70% degli accosti dell’intero compendio riparazioni navali”.
Secondo i giudici, infatti, Sarimi e Mariotti svolgono attività industriali non omogenee (costruzione-demolizione la prima e riparazione-manutenzione la seconda) che non consentono una valutazione in termini di monopolio dell’una sull’altra; il pericolo dell’eccessiva espansione di Mariotti non sussiste in ragione della durata limitata della concessione in questione (fino ad aprile 2027, data prevista di consegna delle due unità, ndr) e della sua riferibilità ad una singola commessa e non ad un’attività generale d’impresa portuale di costruzioni o di riparazioni navali; Sarimi, pur non essendo titolare di un diritto di insistenza, non è stata estromessa dall’area portuale, ma le è stata garantita la permanenza con la subconcessione delle aree suddette situate a poche centinaia di metri da quelle precedenti”.
Sul fronte dei ricorsi contro l’Adsp da registrare poi come Terminal San Giorgio abbia rinunciato al ricorso risalente al 2022 contro il rigetto dell’istanza per la realizzazione di opere destinate alla gestione del traffico non prevalente di trasporto passeggeri. Una rinuncia del resto coerente con l’avvenuto passaggio di proprietà alla società Ignazio Messina & C., sia perché essa non opera nel settore passeggeri sia perché il socio di questa al 49% è il gruppo Msc che controlla anche la Stazione Marittima, potenziale vittima della ‘concorrenza’ di Tsg (l’influenza di Marinvest era non a caso uno dei temi al centro dell’autorizzazione all’operazione e della relativa recente bocciatura in sede giudiziaria).
Quanto alle concessioni, invece, nei giorni scorsi è stata Nuovo Borgo Terminal a chiedere un’estensione della durata della sua licenza su una porzione degli spazi ancora a disposizione al sesto modulo del Psa Pra’ Terminal, nell’ambito del complicato puzzle di cui la società è protagonista da quando parte dell’area le è stata sottratta per destinarla a cantiere della nuova diga foranea di Genova.
A.M.
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